Climbing again
lunedì, 30.05.2011
Dopo l’uscita alla Calotta e Salimmo avevo ancora in mente qualche bella discesa, giusto per farmi passare la voglia definitivamente e mettere gli sci in cantina fino alla prossima stagione. Il clima estivo di questo mese ha invece svegliato in me la voglia di tornare a scalare, quindi abbandonate le assi ho ripreso a girovagare per falesie, cercando di scrollarmi la tanta ruggine che ho accumulato durante l’inverno, anche se la trasferta croata aveva dato segnali ben più incoraggianti.
Dopo qualche giornata sulle falesie di Arco, oramai di casa, ho trascorso una settimana in Zillertal famoso spot austriaco, qui sono tornato alla dura realtà, piccoli appigli e scalata sempre fisica anche sui gradi più facili hanno messo in evidenza il mio scarso allenamento. Ma come sapete gli scalatori hanno la testa dura e io faccio parte di questa categoria, quindi molto spavaldamente decido di provare Love 2.o, via top del settore Ewige Jadgrunde, risultato dopo tre giorni di scalata rimango senza neanche un pugno di mosche nelle mani, dolori alle dita e assoluto bisogno di riposo. Dopo questo inizio la settimana è continuata sempre con lo stesso stampo, e dopo essere caduto all’ultimo movimento di un 8a travers, sbagliato un 8b+ a Sprachen storica falesia nei dintorni di Kufstain torno a casa con le orecchie basse e l’umore sotto i tacchi.
La cura austriaca però ha dato anche dei frutti, ripresomi dalla bastonata a Arco nel nuovo spot “olivo” ho ripetuto una via che nel prossimo futuro diverrà una super classica di Arco, segnatevi il nome “Pappataci”, il grado 8b, la bellezza assolutamente “Five star”, sicuramente nella top ten delle vie più belle della valle del Sarca, chiodata lo scorso autunno da Gerhard Horagher e dallo stesso liberata, un bellissimo muro strapiombante a canne e buchi su una roccia da favola, un must assolutamente da non perdere per chi mastica queste difficoltà.
Cimbergo è il nuovo spot della Val Camonica, la roccia è un Verrucano Lombardo e offre una interessante arrampicata con stili molto diversi tra di loro a seconda del settore che si decide di frequentare, diedri, spigoli, fessurine cieche, buchi, qualche quarzo, tacche e svasi fanno di questo posto qualcosa di speciale, unico neo è che la falesia si bagna molto facilmente e trovarla completamente asciutta è una “mission impossible”. La maggior parte delle vie sono state chiodate da Giacomo, Berni Rivadossi e company.
Qui su un masso staccato del settore canyon ho liberato un bel muro leggermente strapiombante intorno all’8a+, con un arrampicata molto tecnica su quarzi e qualche fessurina, mentre al settore principale ho ripetuto sempre un 8a+ di Berni, anche qui la tecnica la fa da padrone, con fessurine buchi e tacche che rendono questi 25 mt molto belli su una roccia dai colori bellissimi, che spaziano dal giallo al nero, sfumature comprese..e da me soprannominata la restonica dei poveri.
Il tour di mini realizzazioni si è concluso al “Cadaverificio”, un posto che già dal nome incute un po’ di timore, qui qualcuno si diverte a macellare mucche in una maniera poco ortodossa e sicuramente poco legale, almeno fino a quando non sono arrivati i climbers. Massimo Faletti è lo scopritore di questa falesia, dalle vie corte e esplosive situata nelle vicinanze di Povo, paese alle porte di Trento. Anche qui ho liberato una nuova via, sempre intorno all’8a+ che offre una arrampicata molto violenta su piccoli appigli.
Questo è il tutto, sperando in un prossimo e vicino futuro di allietarvi la lettura con qualche via dal grado un po’ più olimpico..