Hard Grit Italiano
martedì, 15.10.2002
Fa un effetto strano, quello di mettere nero su bianco le sensazioni che si provano nel fare una via. “Is not always pasqua” è una via che da quando ho visto le foto di Mauro (Calibani ndr) è sempre stata nei miei sogni di arrampicatore. Un sogno sempre alimentato da Mauro, perché ogni volta che ci incontravamo mi raccontava di questa linea e della bella avventura che aveva vissuto per salirla.
Per Mauro è stato un bel percorso a tappe, dallo scoprirne la linea, al riuscire a mettere insieme i movimenti, al capire che protezioni avrebbero potuto tenere un’eventuale caduta, fino alla realizzazione del 15 ottobre 2002. Il mio percorso verso Is not always pasqua è stato differente, mi piace vivere l’arrampicata a 360°, e questa era un’esperienza che valeva la pena di essere vissuta.
Ho passato i primi due giorni a lavorare i movimenti cercando di trovare le soluzioni a me più congeniali, sotto l’occhio attento del “calibba” che mi dava preziosi consigli. Alla fine del secondo giorno riuscivo a mettere insieme tutta la via in top rope. Adesso bisognava soltanto aggiungere l’ultimo tassello: la salita dal basso.
Giovedì 20 Novembre 2003 dopo una giornata di riposo mi ritrovo di nuovo sotto la via, con me oltre a Mauro ci sono Amanda, per le foto, e Ric-boulder boy, alle riprese. Dopo il riscaldamento mi calo sulla via per sistemare le protezioni, a differenza di Mauro uso un “friend” del cinque, che mi da più sicurezza… per il resto stesse protezioni.
Riposo una mezz’oretta e parto per il tentativo, arrivo al riposo prima delle due sezioni chiave, de-contraggo un attimo e parto per la prima parte, che supero anche se non molto agevolmente – in effetti questa era la sezione che trovavo più impegnativa. Moschetto il friend e il dado, do due scrollate e riparto, faccio tutta la sezione chiave e in un attimo mi sto ristabilendo sulla placca, ma senza capire che cosa sta succedendo… volo. L’unica cosa che riesco a dire è: “cala cala” e dopo aver appoggiato i piedi per terra un bel…
Cerco di analizzare quello che è successo, e capisco che ho scaricato troppo il piede destro, in aderenza sulla placca; così l’ho fatto scivolare, e in un attimo ero nel vuoto.
Mauro, Amanda e Ric cercano di tranquillizzarmi, e per una ventina di minuti riusciamo anche a riderci sopra. Anche se, col senno del poi, non c’era tanto da ridere, perché è un attimo farsi male seriamente.
Riparto, questa volta fila tutto liscio, o quasi perché mentre salgo l’ultima parte il dado salta fuori dalla sua sede: sarei volato solo sul friend, ma per fortuna il tentativo è quello buono e mi ritrovo ad esultare sul pianoro soprastante.
Mi calo levo tutto e riporto la via alla sua origine, sulla roccia resta solo qualche chiazza bianca in più…
Per quanto riguarda il grado, non sono mai stato in Inghilterra e quindi non riesco a confermare il E9 7a. Però confermo il grado di 8b, o 7c/7c+ boulder.
Is Not Always Pasqua – But Sometimes Si.