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  • Finalmente polvere

    giovedì, 12.01.2012

    Ci eravamo lasciati in un autunno tra i più caldi degli ultimi anni, con la speranza che l’arrivo dell’ inverno portasse grandi quantitativi di neve. Invece le vere perturbazioni a sud delle alpi continuano a latitare, con un alta pressione che oramai persiste da diversi mesi. 

    Sei gennaio, il vento ha soffiato fortissimo tutta la notte, sembra che la sfiga continui a seguirmi, sono a Courmayeur con Gil, finalmente vedo le montagne belle coperte di neve, ma gli impianti della Val Veny non aprono. Intanto arriva Guido beviamo un paio di caffè e facciamo due chiacchiere aspettando che la situazione migliori, dopo un paio di telefonate decidiamo di andare al Pavillon con l’idea di fare qualcosina per tirare almeno mezzogiorno e non passare la giornata in giro per bar, non si capisce come sia la situazione neve visto il vento che ha soffiato. In giro c’è pochissima gente, perlopiù stranieri, la prima discesa è una scoperta bellissima, qui miracolosamente il vento non ha soffiato, la neve è bellissima. Sciamo come dei forsennati, cercando di non perdere di vista il “cardiopatico” che ci fa vedere le linee migliori, il problema è che non ci fermiamo mai  una tirata no stop di 800 mt. Dopo otto discese si placa un po’ la nostra fame di polvere, pranziamo e finiamo con un altra discesa in scioltezza.

    Il mattino seguente ci troviamo con Davide, oggi sono sue le traccie che dobbiamo seguire, dopo una prima discesa in un bellissimo e ancora vergine canale ci dividiamo visto che siamo un po’ troppi per sciare tutti nello stesso posto, continuiamo la giornata trovando sempre nuove linee e polvere bellissima, il ritmo è sempre elevato anche se un pelino più relax rispetto alla giornata di ieri. Visto che dall’agitazione non abbiamo fatto neanche una foto ne rubo una a Davide dal suo sito per farvi vedere meglio le condizioni.

    Finiamo il week-end a Gressoney con Andrea, anche qui troviamo bella neve, in qualche zona un po’ tritata ma comunque sempre divertente. Adesso non ci resta che aspettare che ne arrivi un po’ anche da noi.